Resilienza
Abbiamo bisogno di riconnetterci con il campo naturale.
Nell’articolo precedente ho esposto gli effetti dell’isolamento della quarantena per il Covid 19 (vedi qui) e i bambini l’hanno vissuto in modo più intenso perché dipendono maggiormente dalla co-regolazione e si sono trovati a regolarsi con genitori spaesati, affaticati e in allarme.
Con il lockdown i neonati hanno potuto godere della presenza di entrambi i genitori, come dovrebbe essere sempre in quei magici e delicati primi 40 giorni dopo la nascita, ma in che modo hanno avuto la presenza emotiva dei genitori? In questa lunghissima quarantena alcuni genitori erano sereni, ma credo che nella maggior parte dei casi i piccoli abbiano cominciato ad orientarsi in un campo famigliare con caratteristiche di ansia, paura e preoccupazione, che i genitori hanno vissuto sia per la situazione economica che per la salute dei propri cari.
I più grandini hanno cominciato a perdersi in quel tempo sospeso, privo di ritmo, in cui i giorni sono tutti uguali, senza le relazioni sociali con i coetanei, senza l’attività del gioco così fondamentale per il loro sviluppo. Hanno attraversato questo tempo strambo mostrando fragilità nella regolazione emotiva, nel ciclo del sonno, un grosso calo della capacità di attenzione.
Gli adolescenti hanno fatto sacrifici enormi per le caratteristiche tipiche della loro età, che sono state letteralmente rovesciate.
La resilienza è la capacità di un individuo di superare un trauma o un evento di difficoltà senza venirne spezzato, ma trovando modalità per integrare l’evento e riconnettersi alle proprie risorse o acquisirne di nuove. Adesso abbiamo tutti bisogno di resilienza.
Uno dei modi per farlo è di riconnetterci con il campo naturale.
La relazione con il Respiro della Vita è sempre presente, ma alcune situazioni fanno da interferenza così forte che ci allontaniamo dal corpo, che è lo strumento principe di cui siamo dotati per connetterci non solo con gli altri, ma anche con i ritmi naturali.
Nel campo naturale troviamo l’amore incondizionato, che tutto accoglie e respira, portando la regolazione della matrice originaria.
L’operatore BCS fa da facilitatore: si connette con la persona sul lettino (o in giro per la stanza se si tratta di un bimbo!) attraverso un tocco gentile, delicato, e orientandosi alle proprie risorse e sincronizzandosi con i ritmi della Marea “indica la strada” al sistema nervoso della persona con cui è in contatto. Attraverso il dialogo di sintonizzazione dei loro sistemi nervosi, entrambi vengono accolti dai ritmi lenti e sottili della Marea.
Il corpo ritrova la possibilità di lasciare andare gli schemi di tensione (fisici ed emotivi) e si ri-orienta a quelle forze che organizzano e sostengono ogni forma di vita.
Il corpo torna ad essere “abitato”, cioè si esce dalla dissociazione che il sistema vagale aveva messo in atto, come risposta istintiva ad un pericolo invisibile, e torniamo integri e resilienti.
Il Respiro della Vita è sempre presente e disponibile.
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Barbara Salvaro
Operatrice di Biodinamica Craniosacrale
Operatrice della Nascita dell’associazione Il Melograno
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